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IL FUTURO DELL'ACQUA

   

‘Se mi vedi, allora piangi’, è la scritta che emerge dalle acque del fiume Elba, tra il confine ceco e quello tedesco. Una iscrizione incisa su una delle “pietre della fame” (Hungerstein) – dei marcatori idrologici incastonati nel letto di un fiume, riapparse in superfice durante la grave siccità dell’anno scorso. Perché la crisi ambientale, e con essa quella idrica, è adesso. L’Europa piange, sia quando l’acqua scarseggia, sia quando diventa fin troppo abbondante, come ci ricorda l'alluvione in Emilia-Romagna di quest'anno. Ma quanta acqua abbiamo davvero a disposizione? Quali fattori ne determinano la disponibilità? E davvero nel futuro immediato il prezzo di un bene così prezioso potrebbe essere deciso dai mercati finanziari?

I problemi dell’acqua sono collegati alle principali questioni globali: dalla salute alla fame nel mondo, dall'uguaglianza di genere al lavoro, dall'istruzione all'industria. La crisi idrica è un problema che riguarda tutti, dato che l’acqua mal si adatta ai confini politici. Dal fiume Colorado fino all’Etiopia, quali conflitti possono scoppiare fra i paesi che si contendono lo stesso corso d’acqua? Scoprilo nel nuovo longread di ISPI.

   
   

Il Futuro dell'acqua è il nuovo longread dell’ISPI, dopo i precedenti Artico: il Grande Gioco del secolo, Il Futuro del CiboIl Futuro del Lavoro, Il Futuro dello SpazioIl Futuro degli OceaniIl Futuro del DenaroIl Futuro di InternetIl Futuro dei Microchip e Il Futuro della Guerra. Una pubblicazione per esplorare e raccontare temi e aree emergenti della geopolitica mondiale. L'autore di questa pubblicazione è Filippo Menga, Professore Associato di Geografia all’Università di Bergamo e Associate Editor della rivista Political Geography.

ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

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