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YEAR IN REVIEW

IL 2022 IN 12 IMMAGINI

LE ANALISI DELL'ISPI

L’anno della guerra. Difficile definire questo 2022 in modo diverso: l’invasione russa dell’Ucraina ha incrinato profondamente l’ordine internazionale, proiettandoci un una nuova fase dalle caratteristiche ancora non chiaramente definite. Molti equilibri sono andati in pezzi: l’Europa ha dovuto rimettere in discussione la sua intera politica energetica, mentre la visita a Taiwan di Nancy Pelosi, speaker della Camera USA, ha messo a repentaglio il fragile equilibrio nello stretto di Taiwan. Perfino l’inamovibile Cina e l’impermeabile regime iraniano sono scosse dalle proteste popolari, rispettivamente contro la politica per contenere il Covid e l’uccisione della giovane Mahsa Amini. A rimanere imperturbabili in questo mare in tempesta sembra siano solo altre crisi: quella israelo-palestinese, che ha visto quest’anno l’uccisione della giornalista di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh; e quella climatica, con le alluvioni che hanno devastato il Pakistan tra agosto e settembre.

L’ISPI ripercorre quest’anno di rottura con una selezione di 12 immagini emblematiche, accompagnate dalle analisi dei nostri ricercatori, per cercare di comprendere se e come i frantumi potranno essere ricomposti nel corso del 2023.

La guerra in Europa

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Senza gas (russo)

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La falla nel gasdotto russo Nord Stream non è la causa dell’attuale crisi energetica ma ben la rappresenta. La guerra in Ucraina ha infatti stravolto il mercato di approvvigionamento di energia. E non solo a livello europeo, in una continua oscillazione tra la necessità di politiche che portino alla fine della dipendenza dalle importazioni russe e il bisogno di diversificare i prodotti energetici.

Clima estremo

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Le alluvioni che hanno colpito duramente il Pakistan tra agosto e settembre. Un’immagine simbolo non solo del conto sempre più salato presentato dai cambiamenti climatici, ma anche delle diseguaglianze che questi producono. Il Pakistan, come tanti altri paesi dell’Asia, è una delle principali vittime di una catastrofe globale che non ha contribuito a creare nella stessa misura delle potenti economie occidentali

Palestina ancora senza pace

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Il corteo funebre di Shireen Abu Akleh – giornalista palestinese uccisa da soldati israeliani mentre faceva il suo lavoro – poco prima che questo venisse attaccato. L’ennesima uccisione di una giornalista ricorda come la questione palestinese sia ancora aperta, schiacciata da un’occupazione militare che a causa dell’instabilità politica israeliana è destinata a continuare, a scapito di civili e, come nel caso di Shireen, di professionisti dell’informazione.

Flashpoint Taiwan

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Nancy Pelosi in visita ufficiale a Taiwan. Si tratta di una visita storica, ma che rischia di far saltare i già fragili equilibri geopolitici tra Cina e Stati Uniti. La speaker della camera statunitense riafferma il sostegno del suo paese a Taipei, su cui Pechino invece rivendica sovranità. Gli USA dichiarano di essere pronti a intervenire al fianco dell’isola qualora questa venisse attaccata, interrompendo così la diplomazia della cosiddetta ambiguità strategica

Il ritorno di Lula

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Luiz Inacio Lula da Silva vince le elezioni in Brasile sconfiggendo Jair Bolsonaro nel ballottaggio che spacca a metà il più grande paese dell’America Latina. Un risultato importante non solo a livello regionale, poiché accantona – almeno temporaneamente – il radicalismo brasiliano, ma anche globale, per le ricadute che questo evento può avere per il futuro dell’Amazzonia. Il nuovo presidente ha infatti promesso di fermare il disboscamento di uno dei polmoni del pianeta.

Addio alla Regina

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La scomparsa della regina Elisabetta II segna la fine di un’epoca ricca di cambiamenti politici, economici e sociali non solo per il Regno Unito, ma per l’intero continente europeo. La sua vita lunga quasi un secolo, e un regno durato 70 anni, hanno visto l’evolversi di un Paese – e di un mondo – passato dalle difficoltà del secondo dopoguerra fino alla crisi della Brexit, alla pandemia e alla crisi politica ed economica degli ultimi mesi, con il lungo intervallo della Guerra fredda, durante la quale la corona inglese ha giocato un ruolo fondamentale per le relazioni internazionali.

Xi Jinping III

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Il predecessore di Xi Jinping, l’ottantenne Hu Jintao, viene portato via quasi a forza durante il XX Congresso del Partito comunista cinese. Un’immagine destinata a diventare iconica non solo per l’imbarazzo momentaneo tra i vertici politici cinesi ma perché suggella il passaggio di consegne ormai decennale ai vertici della Cina, dove a comandare sarà ancora Xi Jinping, che si appresta a iniziare il terzo mandato

Iran: donna, vita, libertà

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Ritratto su muro dell’immagine simbolo della protesta in corso in Iran. È il riassunto più iconico delle proteste nate nel paese dopo l’uccisione di Mahsa Amini, morta in un commissariato dopo essere stata arrestata perché non indossava correttamente il velo. L’evento ha scatenato la protesta delle iraniane al grido di “donna, vita, libertà” contro le autorità della repubblica islamica e che si sta trasformando in una controrivoluzione

Etiopia, una pace possibile

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Il governo etiope e il Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf) firmano a Pretoria un accordo di pace che mette fine a due anni di guerra. Si stima che il conflitto nella regione settentrionale dell’Etiopia abbia causato, direttamente e indirettamente, almeno 500mila morti. Le conseguenze del conflitto hanno infatti aggravato la crisi alimentare, reso più difficile l’accesso alle cure e ai servizi di base, e spinto molte persone a lasciare il paese.

Trump non è tornato

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Con un ghigno di felicità, il presidente USA Joe Biden esce a testa alta dal voto popolare di metà mandato. I democratici salvano il Senato alle elezioni di midterm, mentre i repubblicani conquistano la maggioranza alla Camera. Il giro di boa è però sorprendente per il partito di governo, che nei sondaggi sembrava pagare gli effetti dell’inflazione. Tra i repubblicani si apre il dibattito sul futuro candidato che dovrà contendere la presidenza a Biden, spaccandosi tra fedelissimi a Trump e voglia di volti nuovi

Zero-Covid non funziona

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“La rivoluzione dei fogli bianchi” è un evento eccezionale nella Cina di Xi Jinping. La politica “zero covid” – fatta di chiusure, tracciamento e quarantene – adottata dal regime per contenere la pandemia ha scatenato la frustrazione dei cittadini in molte città del paese, che accusano non solo la strategia di Pechino, ma il generale autoritarismo del presidente cinese portando in piazza fogli bianchi con cui denunciano l’assenza di libertà di parola.

ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale


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