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22 novembre 2022

L'UCRAINA AL BUIO

Kiev è al buio e un quarto della popolazione ucraina è senza energia. L’allarme dell'Oms: “milioni di persone in pericolo di vita”.

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La guerra sta per entrare nel decimo mese e a seguito dei bombardamenti russi della scorsa settimana, più di 10 milioni di ucraini sono senza elettricità, mentre le temperature sono sotto lo zero. L’assalto russo alle infrastrutture civili ed energetiche dell'Ucraina non è una novità. La centrale nucleare di Zaporizhzhia – che in attività produceva circa il 25% dell’energia necessaria al paese – è stata bombardata più volte “deliberatamente” secondo gli ispettori dell’Aieal, ma le apparecchiature chiave sono rimaste intatte e non ci sarebbero problemi immediati per la sicurezza nucleare. “Ancora una volta siamo stati fortunati che non si sia verificato un incidente nucleare potenzialmente grave – ha avvertito il direttore dell’organismo atomico internazionale Raphael Grossi – ma la prossima volta potremmo non esserlo”. Russi e gli ucraini si rimpallano le accuse mentre circa metà delle infrastrutture energetiche su suolo ucraino risulta ormai danneggiata, con conseguenti problemi per la popolazione: nel suo discorso serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i cittadini a limitare l'uso della corrente elettrica. “Naturalmente, i lavoratori dell'energia, i lavoratori dei servizi pubblici, i soccorritori e tutte le persone coinvolte stanno lavorando al massimo. Ma il danno sistemico alla nostra energia dagli attacchi dei terroristi russi è significativo", ha detto. Aumenta, intanto, il bilancio delle vittime: stando ad un rapporto pubblicato dal commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono quasi 6.600 i civili ucraini uccisi dall'inizio dell'invasione russa. Una cifra frutto di stime – avvertono i relatori – ma che è probabilmente inferiore rispetto al numero effettivo.

Milioni al buio?

Il governo ucraino ha cominciato l'evacuazione dei civili da Kherson e Mykolaiv in vista dell'inverno. Il timore è che i pesanti danni alle infrastrutture – che hanno lascito le case senza acqua corrente, elettricità e riscaldamento - rendano impossibile superare l'inverno in gran parte della città appena liberata. E la situazione non è molto migliore in altre aree del paese: secondo le autorità interruzioni della corrente di almeno 4 ore al giorno sono la norma in 15 regioni del paese, tra cui quella della capitale Kiev, bersaglio di pesanti bombardamenti nelle ultime due settimane. In Ucraina “le vite di milioni di persone sono a rischio questo inverno, ha detto il direttore regionale dell'Oms per l'Europa, Hans Henri Kluge, aggiungendo che “la salute delle persone non può essere tenuta in ostaggio”. Si prevede che in varie zone del paese durante i mesi più freddi le temperature scendano fino a -20° centigradi. Per tenersi al caldo, molte famiglie saranno costrette a bruciare carbone o legna, o utilizzare generatori alimentati a gasolio o stufe elettriche con evidenti rischi per la salute, inclusa l'esposizione a sostanze tossiche dannose per bambini, anziani e persone con problemi respiratori e cardiovascolari, nonché ustioni e lesioni accidentali. Kluge ha anche denunciato la difficile situazione negli ospedali ucraini: “I reparti di maternità hanno bisogno di incubatrici, le banche del sangue di frigoriferi, i letti di terapia intensiva di ventilatori e tutti hanno bisogno di energia”.


   

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A Kherson camere di tortura?

Si moltiplicano inoltre le accuse incrociate di torture sui prigionieri di guerra. E questo nonostante “il divieto di tortura e maltrattamenti sia assoluto, anche – anzi soprattutto – in tempi di conflitto armato” ha affermato la responsabile della Human Rights Monitoring Mission in Ucraina, Matilda Bogner, durante una videoconferenza da Kiev. Bogner ha ricordato che sia la Russia che l’Ucraina hanno siglato la terza convenzione di Ginevra, che stabilisce i requisiti per il trattamento dei prigionieri di guerra. Negli ultimi mesi, la missione ha intervistato 159 prigionieri di guerra detenuti dalla Russia e dai suoi gruppi armati affiliati e 175 prigionieri di guerra detenuti dall'Ucraina. Per quanto riguarda i primi “la stragrande maggioranza ci ha detto di essere stata torturata e maltrattata durante il loro internamento” ha raccontato la dirigente Onu. Al momento della cattura, alcuni dei prigionieri sono stati picchiati. Sono poi trasportati al luogo di detenzione, “spesso su camion o autobus sovraffollati”, senza avere sempre accesso ad acqua o servizi igienici per più di un giorno. “Le loro mani erano legate e i loro occhi fasciati così strettamente da lasciare ferite sui polsi e sul viso” ha detto Bogner. A Kherson invece, dopo otto mesi di occupazione russa, gli investigatori hanno scoperto diversi centri di tortura che sarebbero stati usati sulla popolazione civile. L'alto funzionario ucraino incaricato della valutazione ha detto al quotidiano The Guardian che le persone sono state "fulminate, picchiate con tubi di metallo”. Le Nazioni Unite hanno anche ricevuto "accuse credibili" di esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra russi catturati dalle forze ucraine e diversi casi di tortura e maltrattamenti.

Piano Marshall per l'Ucraina?

Intanto il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov ha detto che Mosca non cerca un cambio di governo a Kiev. “Non è nostro obiettivo che l'operazione speciale cambi il governo in Ucraina” ha affermato in un’intervista all’emittente britannica Sky News. Fin da principio le autorità russe avevano negato che quella in Ucraina fosse una guerra e l’hanno sempre definita un'operazione militare speciale. Sostituire la leadership di Kiev, però, era un obiettivo apertamente dichiarato da Mosca nelle prime fasi del conflitto. Oggi le dichiarazioni di Peskov segnano dunque l’ultimo declino delle ambizioni di Putin alla luce delle difficolta russe al fronte. Nelle stesse ore, da Madrid – dove si era riunita per la sua 68esima sessione annuale – l’Assemblea parlamentare della Nato ha adottato una risoluzione che dichiara che “lo Stato della Russia, con il suo regime attuale, è uno Stato terrorista”. Il documento, presentato dal deputato polacco Tomáš Valášek, afferma che la Russia è la “minaccia più diretta per la sicurezza euro-atlantica” e ribadisce “solidarietà indistruttibile” nei confronti dell'Ucraina, invitando i paesi alleati a mantenere il sostegno militare a Kiev.

IL COMMENTO

Di Eleonora Tafuro Ambrosetti, Osservatorio ISPI Russia, Caucaso e Asia Centrale

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Per la Russia, colpire le infrastrutture energetiche civili dell’Ucraina è una strategia cinica per mettere alla prova due cose. La prima, la risolutezza della popolazione ucraina e del suo sostegno al presidente Zelensky nonostante gli enormi sacrifici dettati dalla situazione. La seconda, la risolutezza del sostegno europeo all’Ucraina al di là dell’invio di armi. Infatti, l’emergenza umanitaria generata dai continui attacchi e blackout, comporterà con molta probabilità un aumento degli aiuti economici richiesti da Kiev ai partner occidentali. Aiuti che, in una situazione di crisi economica e aumento dell’inflazione in gran parte dei paesi UE, potrebbero generare malcontento in varie capitali europee.

ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

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