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24 agosto 2022

METÀ ANNO IN GUERRA

Nonostante gli allarmi della vigilia, il giorno dell’indipendenza ucraino è trascorso senza grandi incidenti. Ma il bilancio di metà anno in guerra è durissimo: oltre 13.000 vittime civili, 6,7 milioni di rifugiati e un’economia in crisi. Nel frattempo, emergono rivelazioni sugli errori dell’intelligence russa.

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“Una nuova nazione è apparsa nel mondo alle 4 di mattina del 24 febbraio. Non nata, ma rinata.” Con queste parole, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha celebrato l’anniversario dell’autonomia del paese dall’Unione sovietica, proclamata nel 1991, parlando a Kiev di fronte al monumento dell’indipendenza. Ma quest’anno la data coincide anche con i 6 mesi dal discorso con cui Putin annunciava l’invasione dell’Ucraina. Quella che doveva essere una “operazione speciale” per smilitarizzare il paese è diventata prima una guerriglia strada per strada, e oggi una guerra di posizione che ha ridisegnato le alleanze globali, rischiando di scatenare una crisi alimentare (che oggi sembrerebbe essere fortunatamente rientrata), minacciando l’economia mondiale e costringendo 6,7 milioni di ucraini a fuggire dal loro paese. “Un punto di svolta nella storia”, come l’ha definito il cancelliere tedesco Olaf Scholz. E di cui ancora non si intravedono possibili soluzioni diplomatiche. La scorsa settimana un incontro trilaterale fra Zelensky, il Segretario generale della Nazioni Unite António Guterres e il presidente turco Erdogan – che ha finora mantenuto aperto un canale di dialogo con Putin - aveva fatto debolmente sperare che si stesse muovendo qualcosa. Ma in un video diffuso questa mattina, Zelensky ha promesso di “liberare” tutti i territori occupati dalla Russia, “senza concessioni e compromessi”. E il ministro della difesa russo ha giustificato il rilassamento dell’offensiva unicamente con il desiderio di evitare altre vittime civili.

Vittime della lunga guerra

Finora, le cose sembrano essere andate molto diversamente da come Putin sembrava aspettarsi: la campagna per occupare Kiev è fallita, la NATO si è rivitalizzata ed espansa con la richiesta di annessione di Svezia e Finlandia, e nei paesi baltici le autorità locali hanno iniziato a smantellare i monumenti di epoca sovietica. Ma la guerra sul campo sarà ancora lunga. Secondo l’intelligence britannica, né la Russia né l’Ucraina, infatti, porteranno avanti alcuna azione militare decisiva per tutto l’anno. Per il generale Hockenhull, Mosca sta cercando di ricomporre i propri ranghi dopo le perdite significative, muovendo le proprie forze dal Donbass verso sud, dove sta soffrendo l’offensiva delle forze ucraine. Nonostante il numero delle morti russe sia coperto dal segreto di stato, il direttore della CIA William Burns il 20 luglio aveva stimato che ci sarebbero circa 15.000 militari russi morti. Calcolando un numero triplo di feriti, Putin ha perso quindi circa 60.000 unità. Un duro colpo anche per un esercito numeroso come quello russo. Ma a far impallidire a fine conflitto sarà il numero degli innocenti uccisi: la missione delle Nazioni Unite di Monitoraggio dell’Ucraina (HRMMU) ha calcolato finora che 5.514 civili sono morti negli scontri, e altri 7.698 sono rimasti feriti. La maggior parte sono rimasti coinvolti in attacchi con artiglieria pesante, lanci di razzi e bombardamenti aerei. Ma è la stessa HRMMU a sottolineare come il numero reale sia sensibilmente superiore, dato che è stato per ora impossibile confermare tutte le notizie ricevute e molte informazioni arrivano con notevole ritardo. Infine, ci sono i minori, le vittime più difficili da accettare: secondo UNICEF sarebbero almeno 972. Oltre a loro, l’Istituto per gli studi sulla guerra ha ricevuto conferma da fonti ufficiali russe che circa 1300 bambini ucraini stanno venendo portati in Russia e dati in adozione a famiglie locali. Il trasferimento forzato di bambini da un gruppo a un altro con “l’intento di distruggere, pienamente o in parte, una nazione o un gruppo etnico, religioso o sociale” comporta una violazione della Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, secondo l’Istituto.

Economia ucraina affondata?

Il conflitto non ha però solo comportato la morte di migliaia di civili e la sospetta violazione dei diritti umani, ma ha colpito duramente anche l’economia. Il consigliere economico di Zelensky Oleg Ustenko ha spiegato a Politico che al momento l’Ucraina accumula un deficit di 5 miliardi di dollari al mese. Il buco è stato finora coperto principalmente dall’assistenza finanziaria dei suoi alleati, ma le conseguenze sul lungo termine dell’invasione stanno iniziando a essere sentite solo ora. Prima della guerra circa il 40% del Prodotto Interno Lordo ucraino derivava dall’export. Una voce di bilancio che oggi è drasticamente crollata e che le spedizioni di cereali in partenza sul Mar Nero grazie all’accordo con la Russia non riusciranno certo a risollevare. La Russia sembra essere stata invece finora in grado di parare i colpi: a dispetto delle previsioni realizzate dopo l’annuncio del primo pacchetto di sanzioni europee, l’economia di Mosca sembra avere retto meglio il colpo, con un declino del proprio PIL stimato dal Fondo Monetario Internazionale attorno al 6%, mentre ad aprile era di due punti inferiore.

Dietro la scelta russa, errori dell’intelligence?

A sei mesi dall’inizio della guerra, iniziano poi anche a emergere le ragioni dietro agli errori di calcolo grossolani compiuti dalla Russia. E forse l’intera invasione è frutto della valutazione errata del suo Servizio di sicurezza federale, l’FSB. Questa settimana, il Washington Post ha infatti avuto accesso a una considerevole mole di comunicazioni intercettate dai servizi segreti ucraini. Ne emerge un’immagine impietosa e confusa: l’FSB aveva condotto sondaggi estesi per capire quanti ucraini fossero pronti a combattere, ed era chiaro che le forze russe non sarebbero mai state accolte come dei liberatori. Ciononostante, l’intelligence russa ha promosso un piano di guerra basato sull’idea che un assalto lampo su Kiev avrebbe decapitato il governo in pochi giorni. Con Zelensky ucciso o esiliato, i suoi agenti avrebbero coperto rapidamente il vuoto politico. Oggi sappiamo che è accaduto esattamente il contrario. Un fallimento dei servizi russi clamoroso, tenendo in conto che hanno passato decadi a spiare i propri vicini, cercando di cooptarne le istituzioni per impedire qualsiasi avvicinamento all’occidente. E che dal 2019 i loro agenti nel paese erano cresciuti da 30 a 160 unità. “C’erano parecchie pie illusioni nell’intelligence del GRU e nell’esercito, ma gli errori partirono proprio dalle valutazioni dell’FBS,” un ufficiale di sicurezza statunitense ha confermato sotto anonimato. Ma secondo il moscovita Istituto dei Paesi CIS, le aspettative erano anche state gonfiate dagli alleati ucraini del Cremlino, primo fra tutti Viktor Medvedchuk. Magnate e leader dell’opposizione ucraina, Medvedchuk aveva legami molto stretti con Putin, tanto che il presidente russo è stato padrino della sua figlia più giovane. E proprio lui lo avrebbe rassicurato sulla debolezza politica di Zelensky, dipingendo un governo sull’orlo del collasso. Da maggio Medvedchuk è sotto arresto, incolpato di tradimento. Nell’intelligence ucraina credono che non tenterebbe comunque di fuggire in Russia: dovrebbe rendere conto di sei mesi di guerra in cui tutto è andato all’opposto di quanto che avrebbe predetto.

ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale
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